La malattia o morbo di Alzheimer è la più diffusa forma di demenza, specialmente tra gli anziani, e colpisce le cellule del sistema nervoso centrale, le quali muoiono progressivamente. La malattia è così chiamata dal nome dal neurologo tedesco che per primo, nel 1907, ne ha descritto i sintomi e gli aspetti neuropatologici. È una patologia che colpisce la memoria e altre funzioni cognitive, come il parlare e il pensare, altera le normali attività della persona in seguito a uno stato di confusione, comporta cambiamenti di umore e disorientamento spaziale e temporale. La malattia ha un enorme impatto sociale, a causa delle risorse necessarie (emotive, organizzative ed economiche) che ricadono sui famigliari dei malati.
Soggetti a rischio
L’Alzheimer colpisce sia persone di età inferiore, sia superiore ai 65 anni. Nel primo caso si parla di demenza presenile, nel secondo caso di demenza senile. Dalle statistiche si evince però che l’incidenza di casi di Alzheimer aumenta con l’aumentare dell’età: del 7 per cento dopo i 65 anni del 30 per cento dopo gli 80.
Decorso
L’Alzheimer è una malattia degenerativa che si sviluppa in varie fasi. La prima è la meno riconoscibile, perché i sintomi possono essere lievi e passare inosservati alla persona ammalata e a chi gli sta vicino. Inizialmente, essa si manifesta con una lieve diminuzione delle capacità di ricordare, imparare nuovi concetti ed esprimersi. In seguito, si manifestano anche alterazioni del carattere e della personalità e difficoltà nei rapporto con il mondo esterno.Col progredire della malattia, i sintomi diventano sempre più percettibili, e cominciano a interferire con le attività giornaliere personali e sociali, fino a impedire al malato di fare molte cose, come camminare e lavarsi da solo, costringendolo a dipendere completamente dagli altri: come accade nella fase conclusiva della malattia.